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Il Sogno di Herta, Arte a Villa Ottolenghi

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"Il sogno di Herta" a Villa Ottolenghi

Oltre venti opere d'arte contemporanea saranno esposte nella sede della Tenuta Monteresso di Acqui Terme a partire dal 21 maggio. Un altro deciso passo avanti del progetto di recupero che mira a rendere alla Dimora lo spazio che merita nel panorama architettonico e culturale piemontese.

Verrà inaugurata il 21 maggio alle 18 alla Villa Ottolenghi di Acqui Terme l'esposizione di opere d'arte contemporanea che metterà insieme oltre una dozzina d'autori selezionati e raccolti dalla curatrice Enrica Noceto, artista ella stessa. Un altro deciso passo avanti compiuto con l'obiettivo di restituire alla splendida sede della Tenuta Monterosso il suo spirito originario di luogo "nel quale e dal quale" hanno tratto ispirazione scultori, pittori, ceramisti e creativi di generi diversi. Ma anche un omaggio a chi Villa Ottolenghi l'ha ideata e tenacemente voluta dedicando all'impresa gran parte della propria vita, i Conti Arturo ed Herta von Wedekind zu Horst. Non a caso è proprio a lei, artista e mecenate al tempo stesso, che amava attorniarsi e sostenere concretamente le persone nelle quali credeva, che è dedicata la mostra "Il sogno di Herta", il cui vernissage si terrà con un intervento del critico d'arte Luciano Caprile. Dell'evento abbiamo parlato con la curatrice, nota per le sue creazioni basate su un utilizzo fortemente innovativo della fotografia e per la sua esperienza nell'animare iniziative legate all'arte e all'ambiente.
Perché quel titolo?
  
Ho pensato, d'accordo con Vittorio Invernizzi, che si sta impegnando con passione al recupero di Villa Ottolenghi, di interpretare in chiave attuale lo stile di Herta che amava immensamente radunare artisti di alto livello facendo di questo luogo incantevole, sospeso nel tempo e nello spazio, un centro di sperimentazione e studio.
Il programma dell'evento annuncia la riapertura degli studi degli artisti. Di che si tratta?

Della parte di Villa Ottolenghi che i Conti avevano destinato appunto agli artisti che ospitavano e che in quegli ambienti producevano le opere con le quali hanno contribuito a rendere unica e di immenso valore creativo la mitica Dimora. Purtroppo, a causa di numerose vicissitudini, buona parte di quelle opere è andata dispersa, ceduta a collezionisti e amanti dell'arte moderna che non hanno perso l'occasione di acquistarle una volta poste in vendita. Il luogo ci è sembrato molto adatto. Basta uno sguardo per rendersi conto di come l'edificio, progettato dall'architetto Marcello Piacentini, rappresenti in tre dimensioni una tipica visione onirica di De Chirico. Qui hanno lavorato personaggi del calibro di Arturo Martini e Ferruccio Ferrazzi che hanno vissuto quegli anni fantastici grazie appunto all'invito di Herta a trattenersi a Villa Ottolenghi anche per lunghi periodi. E l'obiettivo che ci siamo posti è stato proprio quello di riprendere il suo Sogno.
Di quell'epoca potremo vedere qualcosa?

Sì. Innanzitutto perché a Villa Ottolenghi qualcosa è rimasto, come Il Tobiolo del Martini che impreziosisce la piscina all'aperto e i preziosi graffiti di Rosario Murabito. E poi perché dello stesso Martini avremo un'opera in ceramica gentilmente messa a disposizione dalla Galleria d'arte Massucco di Acqui Terme, alla quale si aggiungerà un dipinto di Ferrazzi raffigurante Herta con il figlio Astolfo derivata da una collezione privata. Della stessa Herta verrà invece esposto un bronzo.
A quali artisti contemporanei si è invece rivolta per "Il sogno di Herta"?

Esporranno loro opere Aurelio Caminati, Carlos Carlè, Claudio Carrieri, Alberto De Braud, Adriano Leverone, Sandro Lorenzini, Véronique Massenet, Giorgio Moiso, Giampaolo Parini, Ylli Plaka e Francesco Russo Burot.  
C'è qualcosa che li accomuna?

Quasi tutti hanno lavorato con la ceramica come materia della quale servirsi per esprimere sentimento e creatività. Poi però c'è chi si è rivolto agli arazzi, come la Vegas, al legno come Massenet e al bronzo come Carrieri, Leverone e Parini. Molto legato alla ceramica è rimasto il maestro Ylli Plaka, albanese, che ha frequentato la scuola d'arte di Tirana prima di trasferirsi in Italia circa vent'anni fa e che in occasione del vernissage si cimenterà in una nuova opera dal vivo, sotto gli occhi dei presenti.
Anche Herta ha avuto a che fare con la ceramica...

Sì, iniziò la carriera artistica nel 1910 a Roma proprio presso un ceramista svedese, Hans Stoltemberg-Lerche. Ricordo che lei, nata a Berlino e col padre diplomatico, si era trasferita nella capitale italiana con la famiglia. Si applicò agli studi sulla ceramica fino al 1912, conobbe Arturo Ottolenghi nel 1914 e lo sposò due anni dopo.
Quali altri artisti, ospiti di Villa Ottolenghi, hanno avuto a che fare con la ceramica?
Citerei senz'altro Libero Andreotti e lo stesso Martini ma pure Adolfo Wildt che è stato un grande scultore italiano maestro di Lucio Fontana. Incredibilmente lo stesso Ferrazzi aveva sposato la figlia di Francesco Randoni che aveva conquistato fama meritata in questo ramo artistico.
Lei invece, oltre a curare la mostra, esporrà opere basate sulla fotografia che può entrare di buon diritto a far parte dell'arte contemporanea. Ma a quali condizioni?

A quelle dimostrate ad esempio da personaggi come Mario Stellatelli, che considero mio maestro, e che ha trovato nella fotografia un mezzo capace di evocare emozioni forti. Ma la sua, e la mia stessa, è lontanissima dalla concezione di fotografia documentaristica. Si tratta di fare ricerca sulla luce e sui colori in una chiave introspettiva, volta a esprimere sentimenti o a suscitarli in chi osserva il risultato creativo. Lo stesso pensiero l'ho trasposto nelle opere in tela e nelle ceramiche che realizzo ad Albissola.
Può fornirci qualche altro dettaglio sul tipo di opere che esporranno gli artisti contemporanei invitati a partecipare al "Sogno di Herta"?

Esporremo oltre una ventina di opere, per lo più sculture. Carlé, Leverone e Lorenzini porteranno delle sculture in gres, Carrieri due ceramiche oltre un  bronzo; Caminati, Moiso e Parini dei quadri. La Massenet alcune ricercate sculture in legno. Laura Vegas, porterà come accennavo degli arazzi sui quali si era cimentata anche Herta.De Braud un'opera in metallo. Di mio ci saranno, oltre alle due grandi fotografie su tela con intervento pittorico di Giorgio Moiso, due parabole che supporteranno sculture in tela.
A.M.
Fotografie di Enrica Noceto

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