FotografArte - Enrica Noceto

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Remigio Bertolino

Recensioni

L’INCANTO DELLA LUCE - Roburet


Il percorso artistico di Enrica Noceto è quanto mai singolare e lontano da  stereotipi e vacuità retoriche, dai movimenti effimeri, che seguono “ismi” alla moda. Un work in progress originale ed inedito, basato su una grande forza inventiva. Sebbene ella si ispiri, per certi versi, allo sperimentalismo delle avanguardie artistiche del Novecento, l’atto della creazione avviene sempre e solo da una spinta tutta interiore, da un’occasione-rivelazione, una suggestione di luce ed ombra o  un movimento di sinfonia materica...
Artista poliedrica, dai molteplici interessi, ha come leit motiv la ricerca della luce, in una quête incessante, in un mistico  tendere alla perfezione della vetta di puro splendore...
L’onda della luce è l’elemento dominante,  la genesi di ogni  opera, sia per la fotografia (le splendide figure ambientate colte nella poesia della danza), sia per la ceramica, sia per la tela.  Con essa  fa emergere dal caos primigenio superfici e volumi, crea avvallamenti, creste, scogliere, marezzature di grigi, limbi di penombra, dà vita a forme talvolta di sogno, talaltra più ancorate alla realtà.
Enrica Noceto sviluppa i  temi per cerchi concentrici, per sequenze, per armoniche partiture orchestrali.
Lavora  con un’estrema competenza formale del mezzo, del materiale (argilla, tela, pigmento cromatico...); sa che per raggiungere certi risultati occorre padroneggiare tutto il processo artistico.
La mostra, che il comune di Roburent propone per l’estate, ha un titolo emblematico: Sentieri dell’anima, una perfetta metafora che indica il senso d’una continua ricerca di assoluto, di bellezza, di luce.  L’artista presenta un’ampia antologica delle sue esperienze  con una particolare attenzione ai lavori recenti: le Parabole. Il titolo  dell’ultima sequenza tematica, come spesso accade per la Noceto è polivalente, aperto ad un’ampia gamma di allusioni, diventa una sorta di  chiave di sensi e significati nuovi; getta ponti e analogie su universi lontani  nel tempo e nello spazio. La “parabola”, da oggetto della moderna comunicazione televisiva, attraverso la manipolazione artistica, si fa “altro”, non è più il dadaista  objet retrouvé,  estrapolato dal suo contesto, ma creazione attiva e pulsante, ispirata ai racconti per  similitudini con cui Cristo diffondeva il suo messaggio alle folle che lo seguivano.  
Anche in questa bellissima e potente suite tematica la luce è essenziale, diviene l’alfabeto di segrete vibrazioni.
Qui, la luce che deborda, cantata dal grande poeta indiano Tagore, cui l’autrice fa riferimento per la sua intensa ricerca nelle opere raccolte sotto il titolo Luci e ombre, del 2003, diviene un barbaglio che si raggruma nelle cromie della tela e spiritualizza il colore. Il tesoro nascosto, una “parabola” di grandi dimensioni, sembra  alludere ai solchi dell’aratro con le sue pieghe orizzontali. Il colore è quanto mai suggestivo e denso di vibrazioni  sottili; il brillio, il luccichio di certe increspature materiche danno il senso di un segreto affiorante  da profondità misteriose, dalle pieghe dell’anima. Un’altra “parabola” di forte impatto visivo ed emozionale è quella de Il seminatore, dove l’armonioso movimento a spirale richiama la luce pulsante delle galassie con lo scintillio prezioso dell’oro che balena sull’infinito di cobalto...

Le “parabole” raggiungono l'acme d’un percorso artistico che si rivela quanto mai originale e ricco di ulteriori sviluppi; sono "opere  aperte", a più strati significativi,  dove esprit de géométrie ed esprit de finesse, razionalità ed emozione, si congiungono nell’unità artistica, nella sintesi armonica  delle campiture cromatiche, nelle meravigliose  pieghe della materia che si squaderna in pagine di pura  e rara bellezza...

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